Lourdes 2015: coraggio e umiltà per servire

La testimonianza di tre ragazze che hanno vissuto l’esperienza del campo animatori a Lourdes lo scorso luglio

Dopo cinque settimane, impegnative ma assolutamente divertenti, trascorse con i bambini e i ragazzi dell’oratorio Sant’Anna, le esperienze di noi animatori non sono ancora finite. Infatti, al termine dell’Estate Ragazzi 2015, ci aspetta la partenza per il campo animatori, quest’anno svoltosi a Lourdes. La maggior parte di noi ragazzi (tutti tra i 15 e i 19 anni) non aveva grandi aspettative su questa particolare meta, vista come una realtà così distante da noi giovani. Non potevamo sbagliarci di più! Il servizio che abbiamo svolto e abbiamo vissuto sulla nostra pelle è stato un’occasione per imparare tantissimo, su noi stessi, sul nostro rapporto con gli altri e con Dio.

Nonostante le difficoltà iniziali, dovute alla particolarità del luogo e della situazione, tanto diversi dalla casa alpina di Melezet, l’esperienza nel complesso è stata molto positiva. Abbiamo avuto l’opportunità di fare «vita da campo» e divertirci come gruppo ma anche di crescere con il servizio. Noi maggiorenni avevamo il compito di aiutare i volontari alle «piscine» nelle quali i malati, ma anche i semplici fedeli, si immergevano; gli altri animatori si sono occupati di accompagnare i gruppi di malati alle diverse funzioni del santuario. Ciò che abbiamo vissuto in questo pellegrinaggio è stato davvero forte. Ognuno di noi si porterà sempre nel cuore le esperienze di vita delle persone che abbiamo incontrato durante il servizio: il coraggio e, insieme, l’umiltà con cui affrontavano l’esperienza di Lourdes può essere un esempio per tutti, giovani e non, nella nostra quotidiana esperienza di fede. Di tutte le persone che abbiamo incontrato, ci piacerebbe condividere quello che abbiamo vissuto con P., una signora francese che abbiamo conosciuto alle «piscine»; essendo il nostro primo giorno di servizio eravamo piuttosto intimorite ma lei, nonostante la malattia incurabile e le gravi condizioni fisiche, è riuscita a infonderci coraggio con un semplice occhiolino. Questo è solo uno dei tanti esempi di come prestando servizio e aiutando gli altri si è i primi a crescere e imparare qualcosa.

Tuttavia, non tutta la giornata era impegnata nel prestare servizio. Durante il resto del tempo visitavamo i luoghi di Lourdes e di S. Bernardette, partecipavamo a incontri con persone del luogo, avevamo modo di riflettere su cosa significa per noi il servizio e come ci rende migliori. Abbiamo conosciuto la vita e l’esperienza di Santa Bernadette attraverso il nostro servizio con i malati, ma anche attraverso l’incontro con i volontari e coloro che si occupano dell’organizzazione; particolarmente significativo è stato l’incontro con il dott. Alessandro Defranciscis, direttore del Bureau Medical di Lourdes che si occupa di stabilire se una guarigione è scientificamente inspiegabile oppure no. Le emozionanti storie che ci ha raccontato ci hanno permesso di capire l’importanza che il nostro impegno con i malati ha nelle loro vite.

In ogni momento della giornata, ciascuno così speciale a proprio modo, l’atmosfera di Lourdes era fortissima. Dalla cattedrale a cielo aperto, alle piccole strade del centro, ai negozi, tutto ci trasmetteva gioia e serenità. Perché vedere tantissime persone ogni giorno spogliarsi (figurativamente e non) davanti alla Madonna e affidarsi completamente a lei ci ha resi testimoni di momenti davvero speciali.

Possiamo certamente dire che ognuno di noi è tornato a casa con una storia, una persona o anche solamente un sorriso che ricorderemo sempre. Siamo andati a Lourdes con l’obiettivo di metterci al servizio del prossimo, ma alla fine siamo stati noi a sentirci in dovere di ringraziare tutte le persone che ci hanno permesso di accompagnarle.

Alice Bacchella, Giulia Peppino, Agnese Martino

 

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