Il pozzo di Sant’Anna in Benin

Sant’Anna
porta l’acqua nella missione di Ntansi
 

«Il pozzo di Sant’Anna». È la scritta che
comparirà in italiano, in francese e nel dialetto locale su un pozzo in
costruzione nella diocesi di Natitingou nel nord-ovest del Benin, presso
«Ntansi» (che in dialetto locale significa «Casa delle belve»), villaggio
immerso nella savana, neanche segnato sulle cartine geografiche, nella regione
di Pam Pam. È il progetto nato dal legame di amicizia che unisce la parrocchia
Sant’Anna a don Servais, sacerdote ordinato lo scorso 5 gennaio in Benin che si
è formato presso il Seminario Maggiore di Torino e ha prestato servizio per
oltre tre anni presso la parrocchia Sant’Anna.

I parrocchiani di
Sant’Anna sono in contatto con don Servais. Insieme al parroco don Davide hanno
devoluto il ricavato della Quaresima di fraternità 2013 a favore delle
necessità più impellenti della missione che don Servais insieme ad altri
sacerdoti porta avanti in Benin. Domenica 8 settembre il sacerdote beninese ha
celebrato la Prima Messa a Sant’Anna, tornato a Torino per alcuni giorni di
vacanza. Nell’occasione ha raccontato la sua esperienza e ha presentato il
resoconto dei contributi ricevuti, utilizzati per la costruzione del pozzo e
per l’acquisto di materiali scolastici per i bambini del villaggio. Quest’anno
don Servais ha svolto il suo servizio come vice-direttore dell’azienda
agro-pastorale di Pam Pam. L’esperienza delle aziende agro-pastorali è diffusa
in Benin. Si tratta di centri agricoli
acquistati dalle diocesi e gestiti da sacerdoti che hanno come obiettivi
principali l’apprendimento del mestiere agricolo per i giovani e il conseguente
sbocco lavorativo nell’azienda stessa o altrove in modo che i giovani non
emigrino. Inoltre le aziende costituiscono centri di pastorale giovanile per la
formazione e la crescita spirituale dei bambini e dei giovani dei villaggi
vicini. «Attorno al centro – spiega don Servais – sorgono villaggi dove abitano
popolazioni che vivono ancora quasi allo stato brado, facendo ricorso a
tecniche primitive e rudimentali. Quando mi recai per la prima volta nel
villaggio per una visita – racconta – mi offrirono, come è usanza, l’acqua in
segno di accoglienza (l’acqua è il bene più prezioso in Africa); pensavo, però,
fosse birra in quanto era rossa. Era invece proprio acqua che prendevano per
tutto il villaggio da un torrente in secca, si trattava di acqua stagnante
mescolata a fango che bevevano animali e uomini». Dopo questa esperienza il neo
sacerdote ha iniziato a progettare la costruzione di un pozzo. L’arrivo delle
offerte della Quaresima di fraternità della parrocchia Sant’Anna ha
provvidenzialmente reso possibile lo scavo. Ed ecco «il pozzo di Sant’Anna»: verrà
definitivamente concluso ed inaugurato il prossimo novembre e porterà vita e
speranza non solo al villaggio di Ntansi
 ma a tutta la zona di Pam Pam che se ne servirà. «Un punto di partenza,
un piccolo seme – commenta don Servais – segno della provvidenza e dell’amore
di Dio. In questi primi mesi da sacerdote – prosegue – ho sperimentato che
anche nelle situazioni più disperate in cui sembra possa prevalere solo la
morte, Dio c’è, si manifesta nella sua misericordia e porta la croce insieme
alle popolazioni in difficoltà, insieme a tutti coloro che attraversano un
momento di buio nella propria vita». «Quando sono atterrato in Italia –
racconta – ho iniziato a sentire parlare dappertutto della crisi economica, io
sono nato e ho sempre vissuto nella crisi, e probabilmente morirò nella crisi,
ma ho sperimentato come il mettersi insieme e la collaborazione possano fare
miracoli, uniti alla preghiera e all’affidamento a Dio misericordioso. Un
enorme dipinto nella mia città – conclude raffigura milioni di formiche
che insieme sollevano un elefante». Un incoraggiamento per tutti.

Stefano DI LULLO

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